Day: 28 June 2007

Il contadino e la casa sulla roccia

casa sulla roccia

C´era una volta un contadino. L´uomo aveva già una certa età e uscendo di casa sabato pomeriggio ha incominciato a pensare nella sua vita. È cresciuto in una bella famiglia, studiato in una buona scuola, si è laureato in una fortissima università ed ha raggiunto molto successo nella sua vita professionale. Si è sposato con una bellissima ragazza e con lei ha avuto tre figli di cui due erano già sposati e vivevano molto bene in Europa.

Immerso nei suoi vaghi pensieri, lui ancora sentiva un certo vuoto nel suo cuore… aveva raggiunto tutto quello che qualsiasi persona vorrebbe avere, c´era davvero tutto, ma li mancava la felicità.

Camminando verso il monte ha trovato un suo grande amico, compagno di viaggio quando erano ancora giovani… Chiacchierando, sono arrivati alle stesse conclusioni di che erano davvero persone di successo… avevano una vita stabile, ma pure così, si sentivano ancora tristi. Salutando questo amico cominciò a camminare verso la città sopra il monte… lì dove abitava un altro suo grande amico.

Da lontano ha visto la sua casa, semplice, divverssima del suo piccolo palazzo… i suoi quattro figli correvano con il cane e l´amico, assieme alla sua moglie, curava il giardino di orchidee. Il contadino camminò verso la casa del uomo e si è spaventato con la accoglienza e la festa che lui l’ha fatto, pure se non si vedevano da tantissimo tempo.

Anche egli è stato con lui in quel viaggio di un anno in Europa, dove hanno vissuto, assieme ai ragazzi di tutto il mondo, un´esperienza fortissima di scambi culturali. Davanti a lui, il contadino si sentiva un po´ male, vedendo la casa semplice, ma il sorriso così bello del suo amico. Si ha fatto la domanda: Come mai? Se lui non aveva raggiunto neanche la metà di ciò ne ho io?…

Incuriosito da quella felicità. Ha chiesto a quest’amico se lui era davvero felice come traspariva. Allora l´amico, ha dato un sorriso ancora più bello ed ha detto che non aveva immaginato che sarebbe arrivato a quel punto sentendosi così contento con la sua vitta.

Diceva che dopo il viaggio è tornato a casa, rivisto tutta la sua famiglia e ricominciato a studiare… è entrato nell’università e si è laureato con bellissimi voti.

Parallelamente ha ritrovato il suo amore di infanzia… la ragazza con cui aveva sempre sognato e sentito che sarebbe la madre dei suoi figli e perciò aveva atteso tutta la vita, fidandosi da Dio… Si sono messi insieme, fidanzati alcuni anni, sposati e ora avevano quei quattro bellissimi bambini.

Contento con l´attenzione che cercava di dare ai suoi racconti, ha detto al contadino che dopo due anni assieme alla sua moglie, lei ha avuto una malattia gravissima ed è rimasta un anno nell’ospedale. Con gli occhi pieni d´acqua ha detto come quel rapporto costruito con i ragazzi quell’anno in Europa l´ha sostenuto sempre, specialmente in quel momento assai difficile. Sentiva forte la presenza di quella bellissima famiglia e ciò l´ha dato forza per andare avanti, pure immerso in tanta sofferenza…

Alla fine ha detto che quel periodo è passato, la sua moglie si è stata curata ed hanno vissuto assieme fin lì. Il contadino non sapeva veramente cosa dire… Una vita così semplice e con tanta sofferenza, così diversa della sua e lui ancora si sentiva più felice!! Come mai?? Vedendo che il contadino era molto sorpreso, l´amico della casa sopra il monte ha cominciato ha raccontare una storia:

Un uomo, molto intelligente, voleva costruire la sua casa… aveva tutto, mattoni, cimento, tutto. Però non sapeva dove costruirla. Ha provato costruirla sulla sabbia ed è riuscito abbastanza bene, però, quando è venuta la tormenta, la casa è caduta per terra e lui è rimasto senza niente.

Dopo molto pensare, ha capito che doveva costruirla sulla roccia… e le tormente che sono venute l´hanno servito di conferma, perché la casa è sempre rimasta su… Spiegando la storia, lui voleva dire che aveva vissuto bene ogni momento di quella esperienza in Europa. Che in tanti momenti guardava tante volte il contadino e tanti altri e capiva che stavano sprecando l´opportunità di costruire la loro casa sopra la roccia… Che quel momento magico e unico era la possibilità donata da Dio per farli capire che l´unità costruita in Dio, ci dà delle certezze e ci aiuta per sempre a camminare, pure avendo tanti ostacoli, paure, perché non ci sentiamo mai più da soli.

Sentendo tutte queste cose, il contadino si è commosso… aveva capito che non aveva approfittato quella’ opportunità di costruire questi rapporti… che si era preso dalla fatica, della nostalgia di casa, che non riusciva a sopportare le differenze culturale e non ha saputo andare oltre questi ostacoli.

Comunque era tardi…

Però…. sentiva che poteva ricominciare… pure se non aveva trovato la gioia in tutta la sua vita.. c´era ancora alcuni anni da vivere e l´opportunità di riscoprire ciò che dà senso alla nostra storia… costruire la nostra piccola casa sopra la roccia.

Corrida frenética

Corrida frenética

Encostei a cabeça no travesseiro e quando me dei conta estava correndo… A poeira se levantava por detrás dos meus passos largos, que iam marcando o caminho tortuoso.

Corria indiscriminadamente, sem olhar para trás, numa fuga desesperada de tudo aquilo que possuía. Estava me abstendo de amigos, amores, sonhos, idéias, buscando um novo nascer, novas certezas, escapando das dúvidas, medos. Por isso não parava de correr.

Porém, obviamente fui me cansando… Correr e não chegar a lugar algum me dava a impressão de estar percorrendo um caminho circular, mas as diferentes paisagens, nascentes e poentes, o movimento das estrelas, o colorido do arco-íris, me mostravam que não estava sempre no mesmo lugar, não obstante a minha incapacidade de definir por onde passava. Horas, dias se foram e aquela corrida frenética já me havia consumido todas as forças.

Fui pensando eu um motivo por ter começado a correr para justificar o meu cansaço e as pressões sociais que viriam quando mostrasse, finalmente, que não teria valido a pena fugir. Assim, vi que não eram de situações, pessoas, que estava fugindo, correndo.

Queria escapar, driblar, algo intangível.

Levantei assustado, um pouco febril. Mas o meu discernimento pobre me mostrou (in) felizmente com aquela experiência, que só não posso fugir de mim mesmo, da minha consciência.

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