Essere straniero in una Italia razzista

Ho cominciato a lavorare quando avevo 17 anni. Le condizioni economiche della mia famiglia non mi hanno mai permesso di sfruttare nulla oltre il basico: cibo e una casa.  Divertimento e anche lo studio dovevo trovare un modo di finanziarmeli io.

Non mi sento male perciò, anzi, questo mi ha fatto maturare di modo degno, onesto e con tanto rispetto altrui.

In 26 anni ho sempre valutato queste difficoltà, sfide, come una ricchezza umana che mi permetteva di essere un cittadino impegnato a fare quello che mi tocca personalmente e assumendo i doveri davanti alla società da cui appartengo.

Ma oggi, mentre uscivo della COOP di FIGLINE VALD’ARNO, nella Toscana italiana, per la prima volta mi sentivo umiliato proprio in quello che ho sempre cercato di custodire: la mia dignità.

Siccome sono responsabile per le spese nella casa in cui vivo, sono andato a quel mercato per fare un sondaggio nei prezzi delle merce. Durante circa 40min ho percorso il mercato prendendo appunti dei prezzi con la speranza di trovare qualcosa economica che ci aiutasse a risparmiare un po’ di soldi, argomento che interessa molto la nostra comunità di studenti.

Camminando tra i corridoi del COOP ho trovato finalmente il Curry che mi avevano chiesto di comprare tanto tempo fa. L’ho preso e alcuni minuti dopo mi hanno chiamato dicendo che la macchina per tornare a casa mi stava aspettando nel parcheggio.

Arrivo alla cassa, pago con 50 euro e una monetina di 10 centesimi per aiutare nel resto (Il Curry costava 2,10). La signora ha preso i miei soldi e subito ha messo in una macchina per garantire che non era finta – procedura normale, di sicurezza, pensai.

Ma, dopo che ho preso il mio resto mi è venuto in incontro un uomo chiedendo se potevo accompagnarlo e facendo vedere la tessera del mercato. L’ho chiesto spaventato se era successo qualcosa e non ho ricevuto una risposta.

Mi ha chiesto di aprire il zaino per sapere se c’era qualcosa, davanti alle persone del mercato. Vedendo che il zaino era strapieno (avevo appena tornato di un lungo e stancante viaggio della Svizzera) mi ha chiesto di seguirlo.

“Posso almeno dire a quelli che mi stanno aspettando fuori che mi state chiamando?” – ho chiesto. “Loro possono aspettare” mi ha risposto il signore, molto maleducato, senza neanche guardarmi in faccia.

Abbiamo salito una scala e dentro una stanzetta piccola mi chiese di aprire “per bene” il zaino. Lo dico che ci sono le mie cose personale, del viaggio e lui non se ne frega.

Così lo apro, con tantissima vergogna e un sentimento terribile di invasione e lui vedi una scatola di “Rafaello” che avevo ricevuto di regalo della mia ragazza e mi chiesi: Dove hai comprato questo?

La voglia è stata di rispondere: Ma cosa ti importa? Chi pensi che sei per parlare così con me? Ma la stanchezza mi ha salvato l’educazione ed ho spiegato che ero appena arrivato della Svizzera e avevo ricevuto come regalo della mia ragazza.

Un secondo uomo ha preso la scatola senza chiedermi il permesso ed ha visto dietro che il numero di serie confermava quello che avevo detto.

UFF!! Quel momento di umiliazione era arrivato alla fine… senza sapere cosa dire mi dicono che volevano vedere se avevo preso qualcosa perché sono entrato con uno zaino troppo grande e che avrei dovuto lasciarlo in una specie di guardaroba.

“Va bene, va bene”, rispondo chiudendo il mio zaino e uscendo della stanzetta con rabbia di, per la prima volta in vita mia, essere vittima di RAZZISMO!

Si! In quel momento terribile mi sembrava sciogliersi la risposta alla mia domanda, rivolta a quasi tutti gli italiani che conosco, sul perché hanno scelto un tipo come Berlusconi per essere il loro rappresentante politico… In quel momento mi sono accorto di quel seme fascista, razzista, che sembra sfiorire da ogni cittadino di questo paese, che può non avere un atteggiamento esplicito in questo aspetto ma che rimane sempre più zitto davanti a questa ingiustizia verso gli stranieri, o quello che la stampa italiana chiama GLI EXTRACOMUNITARI.

Un film è passato nella mia testa… con tutti gli italiani, europei, scapati della guerra e accolti nel mio paese e io, invece, umiliato.

Tutti quei pensieri si calavano dentro, ero troppo stanco per ribellarmi, per dire qualcosa, esigere il rispetto e la dignità che ho costruito lungo la mia vita.

Ma ora scrivo perché mi sono reso conto di che non si può restare zitto davanti all’ingiustizia. Questo brutto incubo mi è servito come insegnamento per una prossima volta.

Articoli interessanti:

Caccia al Marocchino. Razzismo fuori tempo massimo: http://www.agoravox.it/Caccia-al-Marocchino-Razzismo.html

Discussione nel yahoo fra gli italiani: http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080321161223AAAadyT

Sito sul razzismo in italia: http://razzismoitalia.blogspot.com/ – MOLTO INTERESSANTE

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3 Comments

  1. Edoz

    Ohi Valter … Essendo un po’ più scuro degli standard ed abitando per di più in una regione che (ahimè) vota Lega Nord assiduamente a volte mi sono trovato anch’io in situazioni simili e capisco benissimo la voglia di urlare addosso tutta la frustrazione in quei momenti … Non l’ho mai fatto per fortuna riesco sempre a ritrovare un certo self control e a rispondere educatamente, solo con un linguaggio un po’ più aulico del normale … la cosa in genere spiazza ed io godo della mia “vendetta” grammaticale … 😀
    Il “diverso” è capro espiatorio è sempre più facile incolpare qualcun altro che guardare in faccia ai propri problemi.
    Da Italiano ti chiedo scusa, da Italiano “abbronzato” ti abbraccio!

  2. Ancora mi ricordo di quando sono andato a comprare mio cappello e hanno chiamato la polizia perchè hanno pensato che mio soldi era falso…

  3. In Francia mi è successo qualcosa simile nel supermercato per lo stesso motivo, pero lì non mi hanno umiliato. Siccome sono entrato in fretta nel supermercato con uno zaino con il mio computer, ovviamente hanno chiesto cosa c’era dentro. Tuttavia, in una procedura normale e molto veloce. Aggiungo che, da quanto ho visto negli anni in cui ho vissuto qui, la violenza verbale ed autoritaria degli italiani è spesso molto evidente rispetto ad altri cittadini europei, nonostante il razzismo presente anche al di fuori l’Italia.

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